martedì 1 gennaio 2013

IL CUOCO PASTICCIONE

Aveva il viso cosparso di farina come se avesse immerso il volto paffuto in una grande ciotola di zucchero a velo. Al centro delle due grosse polpette che erano le guance sbucava goloso un grosso naso rosso come una ciliegia, sempre pronto ad annusare nuovi profumi. Sulla bocca carnosa come un bigne sgocciolavano dei lunghi baffi di cioccolata, traccia di un assaggio furtivo.                    
Indossava sul capo un grosso e gonfio cappello bianco come una meringa zuccherosa, costellato di praline colorate, saltate lì in occasione dell'ultima torta. Il grembiule allacciato di fretta non faceva in tempo di andare in lavanderia che subito si trasformava in una mappa di macchie che raccontavano le sue mille ricette.
Armeggiava confusamente nella scatola degli ingredienti e, come Mary Poppins tirava fuori i migliori ingredienti per le sue torte : pepe, peperoncino, cipolla, colla. E già, non era proprio il massimo dell'attenzione! Quando cucinava non era detto che facesse centro nella ciotola: al momento di rompere le uova alcuni pezzetti di gusci andavano ad insaporire il povero impasto, condito, invece che con l'acqua, con la sambuca dall'odore di liquirizia ad assistere allo spettacolo tante piccole molliche di pan di spagna che lui non si curava certo di togliere.                                                                                                      
                 LAVORO FATTO IN CLASSE

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