mercoledì 30 gennaio 2013

Cosa vuol dire essere timidi?


Se qualcuno mi chiedesse cosa vuol dire essere timida, beh non saprei cosa rispondere. Non che io sia così sfacciata, ma sicuramente sono abbastanza sicura di me. Spesso mi chiedono se qualche volta sia stata sicura di me, ma penso che se si è timidi, lo si è sempre, tutti i giorni, tutte le ore, tutti i secondi…
Crediamo che la timidezza sia un pregio. E’ vero, rende dolci e calmi, ma non è un così grande vantaggio: significa anche non essere sicuri di sé e non credere in se stessi, che secondo me è la cosa più brutta. Ma poi ripenso che anche io una volta ero così ad ogni piccolo sguardo arrossivo…
Ricordo ancora quando facevo parte di un gruppo musicale: ballavo sul palco, ma ogni volta sembrava che il mondo mi cadesse sopra, mi sentivo totalmente fuori posto, fuori luogo, e ogni tanto mi chiedevo cosa ci facessi li. Ero talmente imbarazzata che a volte avrei voluto mollare tutto, scappare via, ma fortunatamente questo non è mai successo! Altri episodi mi sono capitati, ad esempio quando ero al mare: come al solito si cerca di fare amicizie, ma io avevo paura anche solo di rivolgere una parola a uno o una sconosciuta, così me ne stavo accasciata sotto l’ombrellone. Anche durante le prime interrogazioni in classe, balbettavo e le mie mani cercavano qualsiasi cosa pur di tranquillizzarsi.
Poi ho capito che mostrarsi con quella maschera non era affatto bello, si può passare per quello che non si è, non si ha la possibilità di farci conoscere veramente. Succede così che ci diciamo che non abbiamo più paura di niente, o almeno lo crediamo. Ho capito che non si deve aver paura dei giudizi degli altri, perché nessuno è perfetto. Bisogna mostrarsi per quello che si è, perché la maggior parte delle volte si è timidi perche si ha solo paura di come la pensino gli altri. Il giudizio altrui è importante, ma non così tanto da farci chiudere in noi stessi. E’ molto meglio essere solari e amichevoli, oltre l’apparenza che in fondo è quella che conta meno, ma per divertirci, che è la cosa che conta di più.

giovedì 10 gennaio 2013

LA GUERRA



La guerra è come un rullo,
passa e non ha pietà per nessuno
Distrugge tutto quello che incontra,
è un terribile incubo
che fa soffrire
prima che tutto si risvegli.
La guerra non è il 'bum'
che si impadronisce di tutto
ma è una demolitrice
di sogni, speranze e felicità...

UN CARNEVALE...UN PO' CARO

Era arrivato il carnevale!!!!
Brighella e Arlecchino erano in giro per Napoli in cerca di divertimento.
Ad un certo punto, sentirono un profumo piacevole di pizza, proveniente da un negozio lì vicino; i due, affamati si avvicinarono e videro che era un ristorante.
Arlecchino disse: - Che dici, Brighella entriamo? -Si...certo entriamo!
Entrarono e...rimasero a bocca aperta davanti alla bellezza del ristorate. I muri erano decorati con stelle filanti e palloncini colorati; i camerieri erano vestiti da pagliacci; il pavimento era ricoperto da un tappeto di coriandoli; infine i clienti del ristorante erano travestiti da buffi personaggi fantastici. Di certo l'allegria non mancava in quel locale!!!
Arlecchino e Brighella dissero: -Questo locale è stupendo! - Brighella aggiunse- Ho deciso, adesso vado a ordinare quattro pizze, due per me e due per te. - Sono d' accordo!!- rispose Arlecchino.
Le pizze erano ...buone....buonissime...
Si fece sera tardi e i due dopo essersi abbuffati si misero a ballare dentro il locale.
Era quasi mattina quando Brighella e Arlecchino andarono dal cassiere per pagare il conto. -Quanto è?- chiesero, e il cassiere rispose: -Uhm...vediamo...10 euro per una pizza, 10 euro per un'altra, 10 euro per l'altra, e 10 per l'ultima pizza...poi...20 euro per esservi seduti sulle sedie...30 euro per esservi poggiati sul tavolo...40 euro per aver usato le posate...e in fine 50 euro per avermi chiesto il conto...ecco è tutto!!!- Arlecchino e Brighella sorpresi dissero: -Questo ristorante è veramente molto caro!!!! Ma non sarà uno scherzo di carnevale?

domenica 6 gennaio 2013

POESIA

E' notte fonda,
 spiaggia deserta,
 le onde sono simili ad un pavimento
su cui ballare,
 la luna illumina la spiaggia come un faro
da palco scenico,
 ecco che da lontano si vede una ballerina
 che triste e sola danza sull'acqua,
 ad ogni suo passo,il mare cambia colore,
 si sente odore di solitudine,
 odore della malinconia,
 forse causata dalla perdita di qualcuno,
 qualcuno così importante per lei,
 da lasciarla avvolgere
 dalle onde
 e improvvisamente sparì tutto...

PAESAGGIO D'INVERNO

Sullo sfondo c’è un cielo dipinto di freddo, ghiacciato, come le acque di un lago su cui pattinare, terso e limpido come un foglio di carta colorata. Sotto si estende una catena di montagne alte, aguzze come i denti di un leone, ripide e scoscese al pari di un tetto a punta e spiovente; ricoperte da bianca e soffice come la lana, ma gelida e compatta neve. I pendii formano delle strette valli; alcuni parti sono illuminate dal sole, altre sono nell’ombra nascoste dietro altri monti.
Davanti, un gruppo di sempreverdi  , attaccati l’uno all’altro, simile a un esercito di guerrieri, ricoprono una parte dei piedi della montagna . Vicino a essi c’è una piccola casa indifesa da tanta neve, e con tante piccole finestre che non lasciano passare l’aria gelida. Al centro c’è una chiesa che domina come un re con i suoi sudditi, ha il tetto spiovente ricoperto da una spessa coltre di gelida ovatta, le sue strette e lunghe finestre sono illuminate da una fioca luce del sole. Dietro di essa, spunta alta e imponente, il campanile che cerca di raggiungere il cielo. Intorno la chiesa, uno spesso strado di neve protegge il piazzale , avvolto dal muro di cinta.
In primo piano, scorreva tranquillo il fiume, finché non è stato ghiacciato dal freddo; ed ora cerca di farsi strada tra la neve. Le rive che lo seguono sono ricoperte da cespugli sfiniti dalla neve. Altri alti, imponenti e spogli alberi riempiono il paesaggio; che con i rami ricoperti da neve ghiacciata, sembrano tuffarsi nel fiume. Il ponticello coraggioso attraversa il fiume, protetto da staccionate di legno ruvido.

martedì 1 gennaio 2013

IL RAGAZZO ASSONNATO

-Oggi, un'altra volta lunedì-esclamava tra uno sbadiglio e un altro.
-Amico mio, oggi non c'è proprio niente da fare, sembra che Morfeo si sia impossessato si te.
-Morfeo?! E chi è?! Augh un personaggio delle fiabe?
-Ma che fiabe e fiabe, e si hai fatto proprio le ore piccole. I tuoi occhi sembrano quelli di una persona amante dei bicchieri pieni... Ehi ma mi stai ascoltando?
-Bicchieri pieni?? Per caso hai sete?
-Stai sempre accasciato sul banco, sembri un bradipo. Ogni tanto la tua testa pesante rischia di fare come una cascata in un burrone.
-Ma, ma, che di... roonf
-Svegliaa, vuoi forse che con le gomitate che ti do ti esca un livito?!
-Liviti? Augh, chi si è fatto male?
-Uffa sei proprio duro! Ti ci vorrebbe una secchiata d'acqua gelida.
-Ancora? Se hai sete vai a be, be, ber...roonf...zzzz
-Con te non c'è proprio niente da fare. Che tu stia attento è probabile come la neve a ferragosto. Ecco adesso ti verrà un livito boom
-Ahi, che esa-ge-ra...zzzz
                    Roberta Gentili, Giulia Rossi, Bianchi Chiara

IL CUOCO PASTICCIONE

Aveva il viso cosparso di farina come se avesse immerso il volto paffuto in una grande ciotola di zucchero a velo. Al centro delle due grosse polpette che erano le guance sbucava goloso un grosso naso rosso come una ciliegia, sempre pronto ad annusare nuovi profumi. Sulla bocca carnosa come un bigne sgocciolavano dei lunghi baffi di cioccolata, traccia di un assaggio furtivo.                    
Indossava sul capo un grosso e gonfio cappello bianco come una meringa zuccherosa, costellato di praline colorate, saltate lì in occasione dell'ultima torta. Il grembiule allacciato di fretta non faceva in tempo di andare in lavanderia che subito si trasformava in una mappa di macchie che raccontavano le sue mille ricette.
Armeggiava confusamente nella scatola degli ingredienti e, come Mary Poppins tirava fuori i migliori ingredienti per le sue torte : pepe, peperoncino, cipolla, colla. E già, non era proprio il massimo dell'attenzione! Quando cucinava non era detto che facesse centro nella ciotola: al momento di rompere le uova alcuni pezzetti di gusci andavano ad insaporire il povero impasto, condito, invece che con l'acqua, con la sambuca dall'odore di liquirizia ad assistere allo spettacolo tante piccole molliche di pan di spagna che lui non si curava certo di togliere.                                                                                                      
                 LAVORO FATTO IN CLASSE

LA VITA

Il giorno più bello? Domani
L'ostacolo più grande? La solitudine
La cosa più facile? Mentire
L'errore più grande? Sbagliare
La radice di tutti i mali? L'egoismo
La distrazione migliore? Impegnarsi
La sconfitta peggiore? Arrendersi
I migliori professionisti? I vecchi
Il primo bisogno? Volere bene
La felicità più grande? Essere amati
Il mistero più grande? La paura
Il difetto peggiore? La cattiveria
La persona più pericolosa? Quella egoista
Il sentimento più brutto? Odiare
Il regalo più bello? La vita
Quello indispensabile? L'amore
La rotta migliore? La felicità
La sensazione più piacevole? Sorridere
L'accoglienza migliore? L'ospitalità
La miglior medicina? Il perdono
La soddisfazione più grande?  Aver fatto a cosa giusta
La forza più grande? La voglia di vivere
Le persone più necessarie? La famiglia e gli amici
La cosa più bella del mondo? Tutto